Se stessimo attribuendo peso, significato a particolarità che per l’artista erano indifferenti, dettagli che egli avrebbe figurati così come sono del tutto a piacere suo o per determinate ragioni formali senza riporvi alcunché di segreto?... E se fossimo caduti anche noi vittime dello stesso destino di tanti interpreti, che credono di vedere nitidamente cose che l’artista non ha inteso creare né consapevolmente né inconsapevolmente? Sono domande alle quali non so rispondere.
(S. Freud, il Mosè)
Può essere che noi abbiamo costruito una vera caricatura dell’interpretazione attribuendo ad una innocente opera artistica intenti che il suo creatore neppure sospetta e dimostrando così, ancora una volta, quanto sia facile trovare ciò che si cerca e di cui si è già persuasi: possibilità questa di cui la storia della letteratura ci offre i più bizzarri esempi.
(S. Freud, Gradiva)